giovedì 13 ottobre 2011

In materia di WELFARE regionale.

Martedì la IV Commissione consiliare è stata chiamata a dare il parere, per le parti di competenza, sul DDL 164 e sulla PDL 148 in materia di accesso alle prestazioni sociali.

Il tema, dunque, è quello dei requisiti necessari per l’accesso al welfare regionale stante che le modifiche all’art 4 della legge 6/2006, a suo tempo volute dalla Lega Nord e votate da questa sgangherata maggioranza, sono state giudicate incostituzionali dalla Corte Costituzionale, ancorché impugnate dall’Europa che per tale motivo ha aperto una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia .

Parliamo cioè per quanti anni un cittadino, anche italiano, deve essere residente in regione e in Italia per poter accedere ai vari benefici del welfare.

Nel sottolineare le motivazioni per cui simili norme non possono trovare spazio nella legislazione regionale (e nazionale) e per tacitare il capogruppo della maggioranza che lamentava la parzialità/faziosità delle mie affermazioni, ho ritenuto opportuno leggere per intero le motivazioni con cui la Corte Costituzionale, con sentenza n 40 /2011, cassava la legge regionale in questione perché intere categorie di persone “rimarrebbero di fatto ingiustificatamente escluse dall’accesso all’intero complesso di interventi e di servizi facente parte del sistema integrato regionale …“.

Le modifiche che questo esecutivo vorrebbe apportare alla legge per sanare questa situazione sono state bocciate dal Consiglio delle Autonomie Locali (5 voti a favore su 17) e giudicate come verosimilmente incostituzionali dal segretario generale della Giunta dott. Bertuzzi perché cambiare di pochi mesi l’obbligo di residenza non modifica la sostanza della questione.

Nonostante ciò, la Giunta, all’unanimità ha deciso di proseguire perché anche qualora il testo venisse nuovamente impugnato da Roma o dall’Europa passerebbero almeno due anni, ma nel frattempo, la Lega potrà brandire la nuova legge come un scalpo da esibire alla sua gente. La serietà e la credibilità delle istituzioni e della politica in genere, ancora una volta, sono l’ultimo dei problemi di questa maggioranza.

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