venerdì 13 dicembre 2013

Pro scuola pubblica

Premetto di non avere nessuna incertezza sul fatto che sia ormai irrinunciabile la tutela/difesa della scuola pubblica e anche della sanità, dei consultori, del sistema pensionistico e delle tante realtà pubbliche che funzionano nonostante il continuo tentativo di smantellamento per motivi ideologici o di lucro.

Nel rileggere quanto scritto da Calamandrei, che nel lontano 1950 lucidamente analizza come si può distruggere la scuola pubblica, si resta colpiti di quanto fossero veritiere e lungimiranti le sue affermazioni.

In questa Finanziaria regionale, che registra 240 milioni di euro di minori entrate, siamo riusciti a cancellare unicamente i contributi alla scuole private. 
Per quanto riguarda le scuole parificate, che sono per la maggior parte confessionali, è stato mantenuto lo status quo per molti motivi e i principali sono:

 il peso dell’elettorato cattolico e, quindi, dei suoi rappresentati in Regione o in Parlamento

- la mancata volontà di attenersi e rispettare quanto affermato nell’art. 33 della Costituzione, che testualmente recita "(...) La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradiEnti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato. La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali. (...)"

- la mancata pianificazione del sistema scolastico nel suo insieme valutandone le priorità, le potenzialità e le criticità in modo che lo Stato, e non altri, possa garantire questo fondamentale diritto in tutto il territorio. La mancata pianificazione permette, infatti, di giustificare la presenza delle scuole paritarie senza le quali un territorio sarebbe privato di un servizio.

E’ pleonastico dire che non sono “sviste”, ma scelte precise volte a tutelare chiari interessi economici o politici. E per non farci mancare niente, in una finanziaria lacrime e sangue, abbiamo confermato (con il solo voto contrario del sottoscritto) il finanziamento dei consultori cattolici che nella nostra regione vanno a sovrapporsi a quelli pubblici, ai quali ovviamente non va un euro.

Credo non possa sfuggire il senso politico di questa operazione che su di un tema estremamente delicato come la sessualità, la contraccezione, la maternità e l’aborto vuole propagandare/imporre una visione confessionale, che sarebbe legittima solo qualora finanziata dalla componente cattolica e non con i soldi dello stato che è, o meglio dovrebbe essere, laico

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