Le parole dell’assessore Telesca alla mia interrogazione sul
problema dell’archiviazione dei dati ecocardiografici mi ha fatto
rimpiangere la teutonica concretezza dell’impero Austro-Ungarico.
Nella risposta, che di seguito potrete leggere, non vi è
nessuna proposta di soluzione ma la semplice e scontata considerazione
che, per poter gestire a livello centrale regionale (livello B), nel PACS attualmente in
uso, anche le immagini delle altre cardiologie è necessaria“
l’implementazione di profili di integrazione ad hoc”.
Peccato che, in una riunione tenutasi nella sede del Dipartimento Servizi Condivisi, a
questa difficile conclusione erano già arrivati l’otto giugno del 2011:
> tutti i cardiologi delle Aziende del SSR
> i tecnici dell’ASS4, ASS5 e
AOUD
> Beltrame T. Tommasini e F. Buffolini (per il
gruppo operativo centrale )
> G. Mezzetti ( INSIEL )
> M Fruscione e C. Fiorito ( ESAOTE )
> M. Piaggio ( Medimatic)
In quel primo incontro si giunse ad un buon livello di
analisi tecnica della questione, tanto che venne prevista una ulteriore riunione
entro il mese di luglio in modo da definire:
> cosa archiviare a livello locale e cosa a livello
centrale
> cosa dovrà essere portato in conservazione legale
> l’impatto economico generale
> l’impegno delle risorse tecniche richieste in relazione
al cronoprogramma del progetto regionale.
Adesso che: i primi episodi di malfunzionamento del sistema di archiviazione risalgono già al 2015, i responsabili della cardiologia hanno più volte segnalato
criticità crescenti, vi è il rischio concreto di perdere l’archivio
ecocardiografico digitale di 20.000 pazienti, l’assessore ci informa che ……. ci
stiamo pensando!
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