lunedì 26 luglio 2010

Giudizio di parificazione della Corte dei Conti.

Venerdì 16, nell’aula del Consiglio Regionale si è svolto l’annuale Giudizio di parificazione della Corte dei Conti.

La Corte dei Conti promuove la giunta Tondo sotto diversi aspetti, quali la diminuzione dell’indebitamento, la gestione delle crisi e dell’emergenza, ma boccia la strategia fin qui adottata : guarda con sfavore alla riorganizzazione dell’apparato regionale, in particolare il comparto della sanità, le consulenze e qualche scelta finanziaria.


I punti critici emersi:

1. Per quanto riguarda la SANITA’
Nel merito della riforma sanitaria i magistrati parlano di una cesura fra i presupposti teoretici e i contenuti effettivamente assunti, sottolineando i rischi connessi a una sovrapposizione fra la funzione di indirizzo programmatorio e di controllo e la funzione di gestione. In questo modo si pone in secondo piano la funzione costituzionale assegnata alla Regione, vale a dire non l’erogazione diretta di servizi, ma la funzione legislativa e programmatoria dello sviluppo del territorio nel suo complesso.
La Corte quindi boccia la “superdirezione” della sanità che accentrando tutto (la funzione di indirizzo, di controllo, di gestione) diventa un moloch burocratico ingestibile e poco funzionale.
Analogamente ritiene poco incisiva la correzione apportata al regolamento di organizzazione regionale

2. Con riferimento alle SOCIETA’ PARTECIPATE
La Corte dei Conti afferma che sono troppe e troppo care le società partecipate. Ne consegue, quindi, l’obbligo di dismissione di quelle non strettamente necessarie per il perseguimento delle finalità istituzionali.

3. Per quanto concerne la SPESA
Sono troppi gli atti di spesa fuori controllo. Sono in aumento i costi della politica, dovuti in primis agli aumenti apportati al rimborso forfetario mensile delle spese di vitto e di esercizio di automezzo dei Consiglieri regionali giustificato con la loro aumentata presenza settimanale. La Corte, pertanto, invita a ridurre i costi della politica “tirando le orecchie” ai Consiglieri e al loro rimpinzato rimborso, tanto più necessaria in epoca di riduzione delle entrate. E’ anche doverosa una riduzione e il contenimento delle spese di funzionamento del Consiglio.
Vanno, poi, ridotte ai minimi termini le CONSULENZE, sfruttando appieno il personale pubblico senza doversi rivolgere a soggetti terzi.

4. Sul RIMPASTO
La Corte parla di una situazione di rilevante instabilità dell’organizzazione dell’Amministrazione a causa del reiterato ricorso a modifiche dell’assetto degli uffici, della distribuzione delle competenze, le innovazioni introdotte non sembrano frutto di una visione organica.

5. A proposito dell’art. 59 bis
La pietra dello scandalo è l’art 59 bis della legge di contabilità della Regione che afferma che “la direzione centrale risorse economiche e finanziarie è autorizzata, dal 20 al 31 dicembre compresi di ogni anno, a registrare gli atti e a visitare i titoli di spesa presi in carico a decorrere dal 20 dicembre, sotto la responsabilità del dirigente che li ha emanati” senza quindi il controllo che avviene normalmente per ogni atto di spesa. La semplificazione e lo snellimento delle procedure,ricercata per portare a compimento gli impegni di spesa nei tempi dovuti , in realtà è un elemento di inaffidabilità del rendiconto.

La Corte definisce come allarmante l’utilizzazione dell’art. 59 bis della l 21/2007 perchè non si deve avere un’applicazione generalizzata di una norma derogatoria (come è successo nel dicembre 2009 quando c’è stata una sospensione temporale dei controlli per una spesa circa 278 milioni di euro).

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