lunedì 26 luglio 2010

Relazione sulla missione valutativa della L.R. 13/95 di revisione della rete ospedaliera della Regione.

E’ durata quanto la gravidanza di un elefante (20-22-mesi), ma finalmente ha visto la luce. Mi riferisco ovviamente alla conclusione della missione valutativa sulla legge regionale 13/95, che 15 anni fa ha ridisegnato l’offerta ospedaliera della Regione. Non è stata cosa facile considerata la mole di dati, non sempre omogenei e confrontabili, che sono stati acquisiti e valutati, ma i risultati sono senza dubbio molto interessanti anche se non sempre danno una risposta univoca.

Il divenire delle cose ed il progresso della scienza medica obbligano tutti ad un continuo confronto e a una continua verifica se quanto la Regione offre in termini di sanità ed assistenza sono adeguati ai tempi.
Se, poi, consideriamo che tra l’ideazione e applicazione della legge spesso passano anni, si comprende come probabilmente siamo già in ritardo per una revisione della legge regionale 13/95.

Il presupposto per una qualsiasi modifica parte proprio dalla verifica di quanto sia stato attuato dalla legge in questione e se la strada intrapresa quella volta sia quella giusta.

Considerato che il 50 % del bilancio regionale è impegnato nella sanità e che la salute è un bene primario, trovo veramente incomprensibile come il tema Sanità in genere e la revisione della legge regionale 13/95 in particolare trovi una scarsa/nulla attenzione da parte di politici regionali.

E’ evidente che il tema scotta, ma basterebbe che ogni correttivo proposto fosse basato su dati seri, a prescindere dai collegi elettorali da tutelare, e con queste premesse si potrebbe fare un lavoro nell’interesse della collettività che siamo a rappresentare.

Pur riconoscendo al dott. Fasola l’intuizione che bisognava mettere mano all’organizzazione degli ospedali così come pensati fino a quel momento, la scelta del come e dove tagliare è stata a mio avviso disastrosa perché non ha tenuto conto nè della popolazione nè degli operatori, cioè dei principali attori della sanità.

Un’ultima considerazione, rimandando alla relazione completa le analisi più specifiche, va fatta sui numeri cioè sui dati nudi e crudi che se non legati ad un contesto possono essere utilizzati, così come è stato fatto , in modo strumentale.
Non dobbiamo, infatti, perdere di vista che in sanità quello che interessa o dovrebbe interessare è che abbiamo a che fare con delle persone e che il fine ultimo è la cura e la guarigione delle stesse “i numeri” devono essere strumento per migliorare e non fine a se stessi.

PS: nella seduta del 22.7.10 il Comitato di controllo ha deciso di rinviare l’approvazione formale della relazione che pertanto non è, allo stato attuale, possibile rendere pubblica come avevo intenzione di fare in modo che ciascuno potesse liberamente fare le proprie considerazioni.

Lo stop è dovuto alla decisione di aggiungere alle considerazioni già fatte anche le indicazioni puntuali in modo che i vari uffici, delle aziende e della Regione, trovassero un modo omogeneo di archiviazione di tutti quei dati che questa volta non si è potuto confrontare perché raccolti con metodiche diverse da azienda ad azienda.

La prossima seduta è stata calendarizzata dalla presidenza per il 22 settembre.

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