martedì 18 gennaio 2011

REFERENDUM di MIRAFIORI: Angelletti e Bonnani e la loro “vittoria di Pirro”

Si è concluso da pochi giorni il referendum di Mirafiori che ha scaricato solo sugli operai l’onerosa scelta tra il ricatto di un posto di lavoro a prescindere e il rischio della disoccupazione.

La tanto denigrata classe operaia ha, per l’ennesima volta, dimostrato di avere una dignità che ci piacerebbe trovare, almeno nella stessa misura, nei nostri politici e manager. Ma poi, guardando tutti gli attori intervenuti nella vicenda mi sorge il dubbio che questo “valore ” sia presente nelle persone in modo inversamente proporzionale ai sacrifici fatti e alla busta paga percepita.

Obama, la Merkel e Chirac , quando si sono trovati ad affrontare temi analoghi, si sono schierati a tutela degli interessi nazionali opponendosi alla sola idea di delocalizzazione, il nostro esecutivo non solo non è stato arbitro, ma ha invece deciso di schierarsi con chi ipotizzava di andarsene dall’Italia se il referendum non andava secondo le sue desiderate.

Se la posizione di Berlusconi e del suo governo a favore di Marchionne erano prevedibili, molto meno scontata era la posizione di CISL e UIL che non solo hanno avvallato un contratto che renderà la vita dei suoi iscritti molto più dura ed ingiusta, ma sono riusciti a gioire per un “si” che ha prevalso per 9 voti ” e visto la FIOM quadruplicare i consensi rispetto agli iscritti .

Ricordo a Bonanni ed Angeletti che Pirro re dell’Epiro a chi si congratulava con lui per la vittoria contro i romani ad Eracela rammentava che "Un'altra vittoria come questa e me ne torno in Epiro senza più nemmeno un soldato"


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