Di seguito il testo dell'interrogazione a risposta scritta appena presentata.
Premesso che da marzo 2014 nell’Africa occidentale è scoppiata
una nuova emergenza Ebola;
Rilevato che l’Ebola è un’infezione virale estremamente
contagiosa, con un tasso di mortalità che varia tra il 50% ed il 90%;
Considerato che le informazioni scientifiche disponibili
evidenziano come il virus Ebola si trasmetta attraverso il contatto diretto con
sangue o altri liquidi/materiali biologici del paziente ma anche con il contatto
indiretto con oggetti contaminati con sangue o altri liquidi biologici;
Preso atto che allo stato
attuale non vi sono evidenze di trasmissione del virus per via aerea, ma c’è la
concreta possibilità che, nel corso della malattia e con l’evolversi delle manifestazioni
cliniche, mutino anche le modalità di trasmissione della stessa;
Visto che sono molti i volontari, anche del nostro paese, che
stanno operando nelle zone più colpite da tale epidemia e che un medico
italiano di Emergency contagiato da Ebola è ricoverato nell’ospedale Lazzaro
Spallanzani di Roma;
Considerato che, nonostante le precauzioni prese a livello nazionale
ed internazionale, vista la facilità
del contagio, non è escluso che l’epidemia di Ebola possa diffondersi anche nel
nostro Paese;
Ricordato che il Ministero della Salute, con nota 26708 del
06/10/2014, ha ribadito in modo dettagliato le specifiche che devono avere le
unità destinate all’isolamento dei pazienti affetti da FEV (febbri emorragiche
virali);
Interroga
l’assessore competente
se corrisponde al vero che l’unità di isolamento presente nella
struttura ospedaliera di Trieste sia stata dichiarata non idonea ad accogliere
malati affetti da Ebola;
se l’unità analoga presso l’ospedale di Udine risponde alla specifiche
individuate dal Ministero della Salute (le zone filtro a pressione negativa
rispetto ai corridoi, stanze di degenza a pressione negativa rispetto al
filtro, monitoraggio della ventilazione che deve assicurare almeno 6 ricambi
aria/ora, aria in uscita sottoposta a
filtrazione con filtri HEPA, lavabi per
disinfezioni mani, docce, ecc.);
se il laboratorio analisi di Udine o di Trieste è dotato di una sistema
di isolamento di livello adeguato alla gravità/contagiosità della malattia in
questione (BLS 3 o 4);
riguardo all’entità degli investimenti che ciascuna delle due strutture
ospedaliere ha effettuato per dotarsi
delle unità di isolamento in questione e per attrezzare un laboratorio idoneo;
se, considerati i costi, almeno questa volta si è fatta la scelta
politica di dotare la Regione di un unico
laboratorio con livello di sicurezza BLS 3/4.
Nessun commento:
Posta un commento