Fino a
qualche tempo fa essere stati eletti in un consiglio comunale, provinciale,
regionale oppure al parlamento nazionale era titolo crescente di merito e il
cittadino cui venivano affidate funzioni pubbliche doveva (avrebbe dovuto) per questo “adempierle con disciplina ed onore”
(art 54 della costituzione).
E’ mia
opinione che, fra le tante le cause che di questi tempi hanno svilito il ruolo
del politico, tanto da rendere difficile o per lo meno imbarazzante comunicare
ad occasionali interlocutori la propria carica elettiva, la più importante sia la non credibilità delle nostre affermazioni.
Per questo
motivo la Politica, quella seria, deve avere il coraggio di dire sempre e
comunque la verità anche quando scomoda, quando cioè le scelte che vengono
fatte andranno a penalizzare questa o quella categoria o gruppo dei nostri
concittadini.
Ho fatto
questa breve premessa perché trovo del tutto corretta la valutazione del capo
dell’ufficio legislativo del ministero della salute, Maurizio Borgo (vedi
Messaggero Veneto del 2.1.2015 http://messaggeroveneto.gelocal.it/udine/cronaca/2015/01/02/news/fvg-roma-declassa-quattro-ospedali-1.10595129)
che declassa gli ospedali di Maniago,
Gemona, Cividale e Sacile a strutture territoriali e pertanto chiede che
venga tolta la denominazione, a questo punto fuorviante, di “Ospedale”, termine questo che prevede
standard ben precisi.
L’assessore
ha spiegato perché le considera ancora strutture degne della qualifica di
“Ospedali” e che per tali motivi non intende modificare la denominazione così
come formulata.
Voglio
ricordare come la legge preveda che nell’ “Ospedale di Comunità” vengano ricoverate
persone che NON necessitano di ricovero
ospedaliero ma che per motivi logistici non possono restare al proprio
domicilio. Nell’ospedale di Comunità questi pazienti verranno seguiti da
personale infermieristico e dai propri medici di base analogamente a quanto già
accade nelle RSA.
Sempre in
base alla legge nazionale, la trasformazione di un Pronto Soccorso in punto di
Primo Intervento fa sì che quest’ultimo
non possa eseguire ricoveri e di conseguenza i reparti di medicina di
Cividale, Gemona, Maniago e Sacile sono condannati alla chiusura.
Il lasciare in modo del tutto
indefinito il ruolo e le funzioni di Gemona, Cividale, Maniago e Sacile vuol dire condannare,
a priori, queste strutture ad una lenta agonia perché nessun Direttore Generale
farà degli investimenti in quella direzione se non su preciso mandato politico
cosa, questa, che proprio la politica non ha voluto mettere nero su bianco.
Per gli
addetti ai lavori è del tutto evidente che queste trasformazioni verranno fatte
in modo tale da poter sfuggire ai più e limitare le proteste, ma negare
l’evidenza e tradire quanto fin qui promesso non farà che ridurre la già scarsa
credibilità di cui noi politici godiamo.
2 commenti:
Condivido al 100%. Bravo Stefano, continua così e ... non mollare!
Grazie CONSIGLIERE Pustetto! e uso questo attributo con deferenza!
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