In questi giorni i rappresentanti, come si apprende anche dalla stampa locale, delle case dello studente di Trieste hanno scritto a tutti i Consiglieri regionali per segnalare una problematicità nell'assegnazione delle stanze.
Questo il testo della loro mail.
Alla presidentessa della Regione Autonoma F.V.G. Debora Serracchiani,
Al direttore dell'A.R.Di.S.S.,
Al responsabile del servizio interventi per il diritto agli studi superiori di Trieste, dott. Massimo Zanini,
All'assessore al lavoro, formazione, istruzione, pari opportunità, politiche giovanile, ricerca e università Loredana Panariti,
con la presente Erica Verardi, Antonio Bertolino, Giulia Ara,
Gentjan Qama in qualità di Rappresentanti delle Case dello Studente
[polo di Trieste] e a nome di tutti coloro che alloggiano presso la CdS,
intendono sottoporre alla vostra attenzione la questione
della prevista cancellazione della possibilità per gli studenti
iscritti agli anni successivi di riconfermare la stanza a luglio per
l'anno accademico successivo (laddove i requisiti per ottenere questo
beneficio vengano rispettati).
Tra gli studenti si è diffuso un profondo senso di malcontento e
preoccupazione: l'impossibilità di riconfermare la stanza causerebbe
forti disagi di tipo logistico ed economico nel momento in cui i
residenti delle Case dello Studente si troverebbero costretti
a rimuovere i propri effetti personali, sprovvisti inoltre di un locale
da adibire a magazzino.Fino a quest'anno questi sono stati conservati
durante il periodo estivo in un locale al primo piano dell'edificio E3,
cosa che non sarà più possibile fare.
Inoltre nel caso di una mancata riconferma molti studenti non
avrebbero la possibilità di continuare gli studi, cosa che va
decisamente contro i principi alla base del Diritto allo Studio.
Noi Rappresentanti riteniamo che l'adeguamento di questa misura al
regolamento previsto per le Case dello Studente di Udine non rispecchi e
non tenga conto dell'esigenze e della situazione riscontrata a
Trieste.
Pertanto i Rappresentanti delle CdS chiedono di bloccare questo
provvedimento che porterebbe alla cancellazione delle riconferme,
prendendo in considerazione le conseguenza che una tale modifica del
bando comporterebbe per gli studenti residenti nelle
Case.
In attesa di un vostro riscontro e sperando di poter aprire un dialogo,
Distinti saluti
I rappresentanti delle Case dello Studente
Erica Verardi
Antonio Bertolino
Giulia Ara
Gentjan Qama
Questa è stata la mia risposta alle loro richieste.
Cari
Verardi, Bertolino, Ara e Quama,
scusatemi il ritardo ma prima di
risponderVi ho voluto prendere qualche informazione sulle regole
adottate nelle altre
case dello studente della nostra e di altre Regioni. Considerato che
la posizione nella graduatoria annuale per l’assegnazione degli alloggi
è il frutto della somma del punteggio acquisito per merito a quello
del reddito, quello che voi chiamate “riconferma“ sembra piuttosto un “diritto di prelazione“ che di fatto andrebbe
ad alterare la graduatoria stessa. Se uno studente non studia oppure
improvvisamente vede aumentare il proprio reddito è giusto che lasci
l’alloggio ad uno studente più meritevole e/o
bisognevole. Questo a mio avviso non vuol dire andare contro ai
principi del Diritto allo studio ma al contrario proprio per premiare i
più meritevoli o bisognosi. Il fatto poi di liberare l’alloggio
permette, almeno una volta l’anno, l’esecuzione di pulizie
più radicali. Condivido invece che l’A.R.Di.S.S. debba identificare
una stanza, un magazzino ove gli studenti possano depositare i loro
effetti personali in attesa di una loro eventuale riconferma.
Voglio
anche ricordare che solo gli studenti del primo anno dell’Ateneo
Triestino, ancorché vincitori di una borsa di studio, si vedono
accreditata la
prima rata della predetta borsa di studio entro il 31.12 cioè prima del
conseguimento dei 20 crediti universitari previsti dal bando (decreto
2018/DIR TS Cl 3 del Direttore generale in deroga all’art. 24 del
“bando unico per l’attribuzione dei benefici
regionali di borsa di studio, posti alloggio contributi alloggio e
contributi per la mobilità internazionale“) e questo esclusivamente
per problemi dell’Ateneo triestino. Considerato che con la creazione
dell’ARDiSS si è voluto unire in un’unica struttura
i due ERDISU della Regione al fine di migliorarne l’efficacia/efficienza ma anche di superare il dualismo tra l’Università di Udine e
quella di Trieste sono convinto che le regole adottate debbano valere
in modo eguale per tutte le strutture gestite dall’ARDiSS
della Regione.
Distinti saluti
S. Pustetto
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