Oggi sul profilo facebook di Franco Belci è uscito questo post.
Questa è la mia risposta:
Capisco che
il tema sanità sia molto complesso tanto più se i giornali riportano poche
frasi fuori contesto e che possono far travisare quanto detto dal sottoscritto
in III Commissione e solo per questo mi sento in dovere di rispondere a F.
Belci.
A Udine ci
sono 15 reparti doppi a gestione universitaria ed ospedaliera ma non sono tutti
dei doppioni nel vero senso della parola in quanto alcuni svolgono funzioni
diverse. Ad esempio l’ortopedia ospedaliera è praticamente un centro
traumatologico e non può dedicarsi al resto della patologia ortopedica che
invece viene svolta dal reparto universitario. Diverso è il caso delle
neurologie, psichiatrie, chirurgie plastiche, laboratorio analisi, ecc. ecc.
Quanti di
questi reparti possiamo unificare sotto la direzione ospedaliera senza che il
ruolo dell’università venga stravolto? e viceversa se le funzioni apicali
verranno svolte solo dagli universitari perché non dovrebbe esserci una
legittima protesta degli ospedalieri che vedrebbero troncate le loro possibilità
di carriera?
Quando
l’assessore Telesca afferma che, nell’accorpamento dei reparti, le funzioni
apicali verranno attribuite “ai migliori” deve, subito dopo, spiegare quali
sono i criteri di selezione: per numero di pubblicazioni scientifiche? capacità
manageriali? capacità didattiche? numero di interventi? complessità degli
stessi? migliori esiti?
Un qualsiasi
cambiamento produce disagio che aumenta a dismisura se vi è una
indeterminatezza delle regole e incertezza del futuro e questo, in ambiente come
quello sanitario ove lo stress non manca, rende tutto più difficile.
Le
esperienze che un primario su due sedi non riesce a svolgere bene e con la
dovuta serenità il suo lavoro ci sono già e da molto tempo, quindi la politica
deve dire con chiarezza che nell’arco di 6-7 anni queste scelte porteranno alla
chiusura di una delle due sedi.
L’aver
avviato una riforma così radicale senza aver preventivamente firmato un accordo
chiaro con i Medici di Medicina Generale e con l’Università oltre ad indebolire
il potere contrattuale della Regione la costringe a rincorrere gli eventi con
scelte non sempre chiare.
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