Quando la politica somministra ai propri concittadini una o
più medicine amare è di fondamentale importanza che vi sia una evidente coerenza
tra le affermazioni e la messa in pratica e soprattutto che le regole enunciate valgano per tutti.
Nella fattispecie mi riferisco alla cospicua riduzione delle
figure apicali così come definita dalla delibera di giunta n° 929 del 15
maggio; si sono tagliati dei doppioni non giustificabili da particolari
esigenze oppure vi è una ben precisa scelta di campo dell’Assessore a favore degli
uni e a scapito degli altri?
In ambito medico si stabilisce che una struttura è doppia nel
momento in cui il volume delle prestazioni non giustifica la presenza di due
reparti/servizi dello stesso tipo. Per sostanziare questa affermazione ci si
basa sul numero delle prestazioni in rapporto alla popolazione tenuto anche
conto che quando i numeri sono troppo bassi la casistica e quindi la
professionalità degli operatori spesso viene meno.
Preso atto che tutti i report nazionali ed internazionali
parlano di una sede universitaria ogni tre milioni di abitanti e considerato
che in Friuli Venezia Giulia, dove vivono 1.200.000 persone, ci sono due Corsi
di laurea in Medicina e Chirurgia, il
primo macroscopico doppione ove si dovrebbe intervenire è proprio questo.
Trovo abbastanza sconcertante che le proteste dei Primari
Ospedalieri vengano liquidate come una difesa acritica di “poltrone” e non un
segno di evidente malessere di tutti quei professionisti che si vedono
penalizzati nei confronti dei colleghi universitari.
Se gli accorpamenti dei reparti viene fatta esclusivamente
quando ad andare in quiescenza è la figura apicale ospedaliera e non viceversa è chiaro che questi ultimi
parlino di “rapporto di fiducia incrinato”.
Se ci vogliono più di quattro anni per rimpiazzare il
primario della seconda Medica di Udine
(reparto che fa 2.800 ricoveri all’anno) e solo due giorni per quello della
Maxillo - Facciale (universitario) è evidente che si usano due pesi e due
misure; e questo è solo uno dei tanti esempi.
Giustamente l’Assessore afferma che la figura apicale deve
essere la migliore e più competente possibile senza discriminazioni tra “Ospedalieri”
e “Universitari” però non esplicita i criteri con cui questa scelta verrà
fatta.
E intuibile che a seconda del punteggio attribuito alle
pubblicazioni scientifiche, alla necessità e/o capacità didattica, al numero
degli interventi eseguiti o meglio ai
suoi esiti prevarranno queste o quelle figure professionali.
In conclusione si può convenire che la strada della riduzione
dei cosiddetti doppioni sia quella giusta ma il presupposto perché questo venga
accettata è che le regole siano chiare e uguali per tutti.
A questo proposito la creazione di un'unica Università Regionale
andrebbe a risolvere la duplicazione degli atenei, invece per fugare ogni
dubbio di scelte pilotate a favore o contro la classe ospedaliera o
universitaria è di fondamentale importanza che una commissione paritetica e
mista rediga il protocollo d’intesa tra Ospedale ed Università.
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