martedì 6 dicembre 2016

Sull’applicazione in Regione della legge “La Buona Scuola"

Quali sono i dati regionali sul percorso alternanza scuola-lavoro?


La legge 13 luglio 2015, n. 107, recante: «Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti» al comma 35 dell’articolo 1, dispone: “L'alternanza scuola-lavoro può essere svolta durante la sospensione delle attività didattiche secondo il programma formativo e le modalità di verifica ivi stabilite nonché con la modalità dell'impresa formativa simulata. Il percorso di alternanza scuola-lavoro si può realizzare anche all'estero”. L’alternanza scuola-lavoro è stata concepita come una nuova forma di approccio alla didattica che prevede, oltre ai normali percorsi di studi della scuola secondaria di secondo grado, altresì percorsi di formazione che aiutino i giovani ad introdursi nel mercato del lavoro: questo provvedimento ha come scopo principale quello di colmare quella frattura tra il mondo accademico ed il mondo professionale che da sempre caratterizza il sistema italiano. Il provvedimento di alternanza scuola-lavoro prevede quindi, per i giovani a partire dai 15 anni, l’alternarsi tra ore di studio in aula a ore di formazione svolte sia all’interno delle scuole sia nelle aziende. Pertanto l’alternanza scuola-lavoro si presenta come una vera e propria opportunità per i giovani che verranno così avviati a quello che viene chiamato “lifelong learning”, un processo educativo di stampo innovativo che mira alla realizzazione di un procedimento finalizzato ad un apprendimento ed a una formazione permanente.
APPRESO da fonti di stampa che l’agenzia Ansa ha calcolato che per l’anno scolastico in corso dovrebbero essere oltre 500 mila gli studenti delle scuole superiori coinvolti, con un pacchetto di 400 o 200 ore a seconda rispettivamente dell'indirizzo, istituti tecnici e professionali oppure licei, ed uno stanziamento che si attesta sui 100 milioni. Tenuto conto dell’indubbio valore formativo che un periodo di formazione all’estero rappresenta per uno studente della scuola secondaria di secondo grado sotto il profilo personale, culturale e professionale, è opportuno che la scuola frequentata dal giovane in Italia si impegni per una efficace applicazione degli strumenti legislativi. Le modalità di inserimento nei piani di studio delle esperienze da realizzarsi all’estero nell’ambito del progetto di alternanza possono essere varie ed è opportuno affidare all’autonomia della singola istituzione scolastica la scelta degli strumenti progettuali ed organizzativi più efficaci anche rispetto alla loro spendibilità nel mondo del lavoro e delle professioni, utilizzando le più opportune forme di flessibilità didattica e organizzativa per personalizzare il progetto triennale di alternanza.
ATTESO, per esempio, che Informest, l’Agenzia per lo sviluppo e la cooperazione economica internazionale con sede a Gorizia e presieduta da Enrico Bertossi, è stata capofila di un progetto che ha coinvolto come partner le Regioni Marche e Abruzzo in Italia e soggetti istituzionali in Albania, Montenegro, Croazia e Bosnia ed ha avuto come partner associato la Regione Friuli Venezia Giulia, durato 7 mesi, con il coinvolgimento di 15 istituti tecnici superiori, due dei quali in Friuli Venezia Giulia: la Scuola Alberghiera Ial di Monfalcone e l’Isis Nautico Tomaso di Savoia di Trieste.
CONSIDERATO per contro che dal territorio emergono tuttavia anche situazioni critiche, con segnalazioni relative a realtà in cui tali progetti stentano a decollare, o non vengono addirittura attivati.


Tutto ciò premesso e considerato,
Interroga
Il Presidente della Regione e l’assessore regionale competente per sapere:
1)  Quali sono i dati relativi all’applicazione nella nostra Regione dell’articolo 1, comma 35, della legge n. 107 del 2015.
2)   Quanti e quali progetti di alternanza scuola-lavoro all’estero vedono coinvolta l’amministrazione Regionale, ed attraverso quali modalità.
3)   In quale misura i progetti di alternanza scuola-lavoro si ripartiscono tra istituti tecnici e professionali e licei; e tra questi ultimi, quali sono i dati relativi ai licei linguistici.


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