venerdì 16 aprile 2010

La nostra Sanità: ancora domande.

A inizio settimana a palazzo Kechler, il PDL ha tentato di stendere una cortina fumogena sulla reale portata dei tagli previsti dal nuovo Piano socio sanitario, recentemente approvato a maggioranza in Regione .
L’assenza di Kosic, a mio avviso ingiustificabile considerato che il tema era eminentemente sanitario, forse ha evitato a questa maggioranza la replica della figuraccia fatta dall’assessore in terza commissione quando, di fatto, si è rifiutato di rispondere alle numerose e puntuali osservazioni fatte dal sottoscritto e dagli altri esponenti dell’opposizione al Piano SSR.

Ma, andando al nocciolo della sostanza, ieri i consiglieri regionali di maggioranza hanno ribadito che:
· il blocco del turn over del personale viene confermato anche se, in alcune situazioni particolari, ci sarà una deroga che in ogni caso non potrà superare il 40%
· non tutti i primari verranno sostituiti
· si vuole la fusione tra i reparti ospedalieri quelli universitari.
· c’è troppo personale amministrativo.
· ci sono troppi doppioni

Queste affermazioni pongono, in modo ineludibile, alcuni quesiti che cercherò di sintetizzare:
· Quali e quanti servizi/reparti verranno chiusi stante che, nella migliore delle ipotesi, verranno rimpiazzati solo 4 operatori su 10 che se ne vanno?
· È possibile parlare di eccellenza quando un’infermiera è costretta a seguire 30 o 40 pazienti molti dei quali critici o non autosufficienti?
· Considerato che non potranno essere chiusi reparti specialistici come la cardiochirurgia o la neurochirurgia, le patologie minori verranno delegate/dirottate agli ospedali periferici?
· Quali primariati non verranno mantenuti? e quale è il disegno che guida questa o quella soppressione?
· Il protocollo d’intesa a suo tempo siglato tra università e regione che prevedeva dei precisi obblighi tra i due soggetti in vista di una fusione tra i due enti è ancora valido o viene considerata carta straccia?
· Quali, quanti e in quali sedi sono gli amministrativa da “tagliare ”

Sono convinto che tutti gli operatori della sanità, con il loro impegno quotidiano che va ben oltre quello che sono gli obblighi contrattuali, da tempo si siano guadagnati il diritto ad avere una risposta chiara a tutti questi quesiti e, in modo altrettanto chiaro, la meritano tutti gli utenti e i cittadini della Regione.

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