martedì 18 maggio 2010

Elezioni di Cividale del Friuli: commento.

Le recenti elezioni per il sindaco di Cividale si sono concluse, come da pronostico, con la netta vittoria del centro destra che presentava, peraltro, un candidato non molto carismatico e, quindi, battibile.

Una volta di più nel centro sinistra hanno prevalso egoismi e logiche personalistiche che poco o nulla hanno a che vedere con le reali necessità della città ducale, i voti a favore di questo schieramento hanno reso inequivocabile il “fastidio ” degli elettori ad una siffatta visione.

Lo scontro tra Carlo Monai (IDV) e Cristina Novelli (PD) si è dimostrato insanabile e ha coinvolto tutti, anche quelli come noi che, pur di avere un candidato unico, avevano deciso di accettare qualsiasi nome alternativo proposto con l’unica clausola che sottoscrivesse il programma e che, qualora si vincesse, vi fosse un equilibrio tra le vari componenti della coalizione.

Credo che nessuno possa rinfacciarci di non esserci suicidati annullandoci o nelle liste del PD o in quelle dell’Italia dei Valori.

Per noi, speravo in un risultato migliore e non solo per i continui attestati si stima nei confronti del nostro candidato durante al campagna elettorale, ma soprattutto per l’azione politica che Domenico Pinto aveva portato avanti, spesso in solitudine, nei dieci anni precedenti, dai banchi dell’opposizione.

La difficoltà del centro sinistra a Cividale è lo specchio delle crisi che interessano tutto il Paese, crisi al plurale perché non è solo un problema di crisi economica, ma anche di crisi morale, crisi di valori, di analisi e di prospettiva.

O noi sapremo dare una risposta concreta ed unitaria alle richieste della nostra gente, o la nostra presenza diventerà del tutto inutile.

La logica conseguenza di quanto accaduto dovrebbe far si che, dimenticate le reciproche accuse, l’opposizione trovasse una voce unica e forte per contrastare la politica della Lega e del PDL. Solo in questo modo tra cinque anni potremmo ragionevolmente pensare di esprimere un candidato unico che abbia possibilità di successo.

Se siamo convinti che le nostre idee di società, di sviluppo sostenibile, di rispetto dell’ambiente e dello stesso concetto di qualità della vita siano migliori di quelle espresse dal centro destra allora, per quest’obbiettivo, nessun sacrificio sarà troppo grande.

E’ per questo che auspico che gli eletti del centro sinistra che non se la sentissero di portare avanti una battaglia in comune con i vicini di banco lasciassero questo incarico a forze ed entusiasmi più freschi perché, come avevano già intuito i nostri avi, “errare humanum est, perseverare autem diabolicum“.

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