giovedì 16 dicembre 2010

Resoconto della mia VISITA AL CIE.

Dopo giorni e giorni di attesa, finalmente sono riuscito a far visita al CIE di Gradisca e a parlare con il direttore.
Si tratta di una struttura gestita dalla “Connecting people”, i cui spazi sono organizzati tipo un carcere, con stanze da 8/10 letti con 2 bagni con doccia; senza ambienti per svago o animazione.
Al momento si trovano circa 120 uomini maggiorenni (non ci sono donne e bambini), di cui 3 richiedenti asilo politico, che sono stati tutti identificati dall’ufficio immigrazione prima del loro ingresso al CIE. Non vi sono internati con AIDS conclamato, perché se malati vengono diretti in altre struttura
E’ anche vero che all’ingresso, durante la visita medica, non viene proposto nessun un test atto a per verificare se sieropositivi o sieronegativi.
Lo staff è composto da circa 70 persone la cui formazione viene in genere fatta sul campo. Per quanto riguarda il personale medico presente, ci sono sei medici che fanno dei turni per coprire le 24 ore giornaliere e 7 infermieri; a quanto mi è stato detto le apparecchiature sanitarie disponibili sono adeguate e sembra che la struttura sia in grado di far fronte ad eventuali esigenze mediche. La polizia entra nella struttura a richiesta o quando vedono dalle telecamere che c’è un tentativo di rivolta o di fuga.
Ma detto tutto questo resta insormontabile il problema di fondo :perché recludere per 6 mesi persone che hanno fatto un reato amministrativo o che hanno gia scontato la loro pena in carcere ? Quale la finalità di queste strutture ?
In attesa di poter chiudere queste strutture credo indispensabile almeno formare un osservatorio permanente che monitorizzi quanto accade all’interno di quelle mura.

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