Sabato scorso a San Canzian d’ Isonzo si è tenuto un incontro sul tema della sanità alla quale ho partecipato per fare un quadro generale della sanità in Regione, per poi passare a quella specifica dell’area vasta giuliano isontina.
Ho sottolineato il fatto che dall'inizio della legislatura si può notare che c’è un attacco subdolo alla sanità regionale, portato avanti da un assessore inconsapevole e, in quanto tale, guidato da altri. A questo va aggiunta la netta propensione del Direttore Centrale a valutare ogni problema in termini economici, che si sposa in pieno con la linea politica di questa maggioranza, che fa sì che la sanità si riduca ad una politica di mero contenimento dei costi.
Con molta intelligenza queste operazioni vengono spacciate non per quello che sono, cioè dei veri tagli, ma per una riorganizzazione per spendere meglio quelle risorse che si stanno riducendo, vuoi per la crisi economica, vuoi per la scelta fatta a sua volta di gestire in modo autonomo la sanità regionale.
L’eventuale ridimensionamento del pubblico favorirà in modo pressoché automatico il privato, ma questo non rappresenta certo un cruccio per
Per quanto riguarda nello specifico l’area vasta giuliano isontina, la premessa è quella di eliminare le duplicazioni dei servizi, spesso erogati sia dall'ospedale che dal territorio, di concentrare le prestazioni per gli acuti negli ospedali, di venire incontro alle esigenze di salute del paziente in modo organico e completo.
L’idea è condivisibile, ma gli stessi Direttori Generali evidenziano il rischio che alcune riorganizzazioni porteranno sì alla riduzione di personale, ma potranno poi comportare la necessità di attivare percorsi che alla fine risulteranno più costosi. E’ per questo che prevedono per ogni caso specifico un preventivo studio di fattibilità.
Al problema “costi” si deve aggiunge quello della dirigenza strategica dell’ASS2, del tutto estranea al territorio che amministra, e il silenzio dei partiti, anche quelli di opposizione, che sono stati responsabili delle attuali condizioni della sanità isontina e non solo.
La programmazione di area vasta può essere condivisa a patto che sia ben chiaro il rischio che le strutture maggiori si mangino tutto sia in termini di risorse che di funzioni.
Con quale forza i Direttori Generali delle ASS più piccole potranno difendere il territorio che rappresentano dalla scelte di Kosic e del suo Direttore Centrale della salute avendo di fatto solo un voto ponderale?
Con queste premesse assisteremo al collasso del pubblico e, sinergicamente, un fiorire di convenzioni con il privato che finiranno per drenare le residue risorse regionali.
E allora un sospetto incomprimibile: non è che questa sia la vera riforma della sanità che si vuole?
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