mercoledì 25 gennaio 2012

Perché il caso Englaro fa ancora tanta paura?

E’ bastato l’annuncio che un noto regista si sarebbe apprestato a girare un film sul caso Englaro perchè le forze politiche più retrive del centro destra si premurassero di far approvare un ordine del giorno che impedisse ogni finanziamento regionale a tale pellicola.

Purtroppo anche parte del PD ha aderito a questa iniziativa, rendendosi complice di una censura tanto odiosa in quanto preventiva, stante che nessuno sa esattamente sul come questo delicato tema verrà trattato da Bellocchio.

Il Comitato tecnico ha il compito di verificare se il film in questione rispetta tutti i requisiti previsti per la concessione del finanziamento e non di selezionare le pellicole in base al gradimento che il tema trattato riscuote in Vaticano.

Sono convinto che questa battaglia degli integralisti cattolici, motivata dalla paura di perdere potere, è persa perché la gran parte della gente vuole poter decidere della propria vita e delle terapie che le vengono proposte (comprendendo in tale termine anche idratazione ed alimentazione, che tutta la comunità scientifica mondiale identifica come “terapia“).

Tra l’altro sarebbe divertente capire perché ciò che la Chiesa Cattolica e la Chiesa Protestante accettano tranquillamente in Germania, tanto che già nel 1999 hanno pubblicato congiuntamente un “testamento biologico cristiano”, deve essere combattuto in Italia.

Credo utile ricordare che sempre in Germania a fronte di 9 milioni di “Testamenti Biologici ben 3 milioni sono redatti sui moduli preparati dalla Chiesa, la quale non solo riconosce la legittimità etica dell’«autodeterminazione della persona in ordine alla propria morte», ma giudica anche «eticamente lecite» omissioni (“eutanasia passiva”) e azioni (“eutanasia indiretta”) che permettano al malato che lo desideri di compiere “naturalmente” il suo ciclo vitale.

Mi auguro che le decisioni della Film Commission non siano condizionate dalla politica e che il verosimile dibattito che accompagnerà il film permetta di comprendere che tutti devono essere sempre liberi di scegliere se e quale percorso terapeutico fare a prescindere che possa essere gradito a questa o quella organizzazione politica o religiosa.

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