giovedì 9 febbraio 2012

in materia di Attività estrattive.

Una decina di giorni fa in IV commissione è stato approvato il regolamento concernente le modalità di presentazione delle domande di autorizzazione dell’attività estrattiva.

Se consideriamo che da decenni si attendeva una regolamentazione della materia e che tutto sommato il documento è condivisibile, dall’altra non possiamo esimerci dalle considerazioni politiche che alla fine ci hanno fatto optare per un voto di astensione.

La contrarietà sta nel fatto che tuttora manca il Piano Regionale delle Attività estrattive (PRAE), cioè manca quello che è, o meglio dovrebbe essere, il punto di riferimento essenziale per l’apertura e la coltivazione di nuove cave.

Senza una visione organica del fabbisogno regionale degli inerti e delle rocce, delle sedi ove si possono reperire, delle scelte prioritarie da fare (ad esempio quali e quanti fiumi sghiaiare), se e quanti di questi “beni comuni” è accettabile e sostenibile vengano venduti alle regioni/nazioni contermini, ecc ecc si rischia che l’unico riferimento sia il profitto.

Considerato che la stesura del PRAE è di ben lontana dalla conclusione e che le grandi opere in cantiere muovono cifre ed appetiti ragguardevoli, credo molto realistico e concreto il rischio che la nostra regione in un prossimo futuro venga saccheggiata e deturpata dai soliti noti.

L’assenza dell’assessore Ciriani, competente per la materia, ha impedito che alle legittime richieste di spiegazioni di parte dell’opposizione venisse data una risposta e di conseguenza un voto di astensione è stato forse fin troppo benevolo.

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