lunedì 26 marzo 2012

Pet therapy.

Approvata all’unanimità dal Consiglio Regionale la proposta di legge concernente le “Norme per terapie e attività assistite con gli animali”, che ha l’obiettivo di promuovere e, nel contempo, dare ordine ad una pratica che si sta sempre più affermando quale valido supporto alla medicina tradizionale nella cura di alcune patologie.

Il provvedimento è nato, infatti, perché si riconosce la reale efficacia di questa terapia nel migliorare le condizioni di salute, le funzioni fisiche, sociali, emotive e cognitive delle persone nel rispetto dei progetti di ricerca adottati sulla base di metodologie scientifiche riconosciute.

Si è voluto, quindi, colmare un vuoto normativo, nonché definire e promuovere sul territorio regionale la pet therapy come co-terapia, finalizzata a far superare limiti e disabilità in quelle persone che si trovino in situazioni di disagio. Gli scopi, quindi, si possono definire di carattere terapeutico, educativo, rieducativo e ludico.

Con questa legge inoltre si intende superare lo spontaneismo esistente e garantire la professionalità, la formazione e l’aggiornamento degli operatori, definire i programmi di attuazione, le modalità di intervento e gli ambiti applicativi e favorire una corretta relazione tra uomo e animale.

A questo proposito va fatta una considerazione : gli animali devono essere controllati dal punto di vista sanitario, devono essere in buona salute e vanno addestrati con metodiche dolci. Il cardine cui tutti fanno riferimento è la “Carta di Modena” del 2002, che definisce in modo puntuale quelli che sono i diritti degli animali: questi non devono essere sfruttati, va loro garantito il benessere psico – fisico – funzionale, devono poter usufruire di adeguati periodi di riposo e il loro benessere va garantito anche a fine carriera.

Trovo tuttavia paradossale che, nello stesso momento in cui animalisti e veterinari definiscono questi principi come irrinunciabili e segno di civiltà, il Governo metta in discussione i diritti fondamentali dei lavoratori cui viene proposto un trattamento peggiore di quello riservato agli animali in questione.

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