martedì 23 febbraio 2010

Il centro-destra e il Piano Sociosanitario regionale.

Ormai da molti giorni viene rinviata la discussione del piano socio sanitario 2010-12 in III commissione a causa dei contrasti interni al centro destra.

Lo spettacolo che questa maggioranza offre è decisamente opprimente e questo non tanto perché persegue politiche molto lontane dal nostro modo di pensare, ma perché tutto sembra passibile di contrattazione come in un mercato arabo.

In questo Suq nostrano non esistono principi non negoziabili, non si cono punti fermi. Si può trattare su tutto, anche contro il buon senso e la logica, anche a costo di rinnegare i principi ispiratori della propria appartenenza politica, come ad esempio fa l’UDC.

Dopo una lotta senza esclusione di colpi, improvvisamente e in modo mediaticamente efficace tutti gli attori si presentano alla telecamere sorridenti e contenti come fossero andati ad una festa: l’accordo è stato raggiunto!

Confesso una sottile vena di ammirazione per la capacità di molti a convivere con le proprie contraddizioni, serenamente, senza arrossire, senza nascondersi o scantonare nelle strade meno frequentate.

Osserviamo, così, che quelli che si riempiono la bocca con la parola “famiglia ” sono gli stessi che spesso ne hanno formate più di una, che ritengono che il convivente non abbia nessun diritto tranne nel momento in cui si conviva con un parlamentare, che il Vangelo e la difesa della cristianità viene invocata solo per drenare voti e non per testimonianza, che sicurezza è solo mettere telecamere o proporre ronde e non integrare.

Non mi dilungo in un elenco noto ai più, ma osservo con amarezza che con tutte le criticità, imprecisioni ed omissioni del PSSR 10-12 quello che inchioda questa maggioranza sono gli ambulatori per le cure ai clandestini. E’ giusto ridurre un piano sanitario solo a questo? Non che il tema in oggetto non sia degno di nota, ma ci sono molte altre questioni da affrontare.

Ricordo, poi, per chi non lo sapesse, che i medici che vi prestano servizio lo fanno a titolo gratuito e che la sicurezza, quella sanitaria, dipende anche dalla diagnosi tempestiva della malattie contagiose.

Concludendo, ricordo come Voltaire e Dostoevskij dicessero che la civiltà di uno stato la si può dedurre dalle condizioni delle sue carceri e io aggiungo anche dalle cure che si prestano ai più svantaggiati.

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