martedì 2 febbraio 2010

A proposito di cure palliative: servono verifiche e controlli.

Nella seduta d’Aula di ieri pomeriggio ho rivolto l’interrogazione all'assessore alla Salute Vladimir Kosic concernente strumenti e attività del servizio cure palliative siano in capo all'ASS n. 4 Medio Friuli. Di seguito si riportano le domande poste e le risposte date dall'assessore.

1. come si integra l’erogatore privato nell’equipe multidisciplinare del servizio cure palliative dell’ASS 4 Medio Friuli

L’infermiere di comunità opera attraverso la dimissione protetta e l’elaborazione del Piano Individuale di Assistenza condiviso con il medico di medicina generale. Questo piano viene inviato all’erogatore privato a cui segue una valutazione periodica da parte dell’infermiere di comunità. La metodologia usata per questa rivalutazione consiste in un controllo delle cartelle prese a campione. Si effettuano anche accessi congiunti con il medico del paziente, quando serve viene attivata l’oncologa del Distretto e la messa in rete dell’assistito con i Servizi Sociali e del volontariato dedicato alle cure palliative.

Nel caso in cui cambi la situazione clinico – assistenziale o c’è discontinuità nell’assunzione della terapia, è l’erogatore privato che segnala, con relazione, la nuova situazione al Distretto. A seguito di ciò viene effettuato un accesso da parte dell’infermiere di comunità con l’infermiere domiciliare del distretto; nei casi più complessi viene convocata una Unità di Valutazione Distrettuale, si attiva il medico di medicina generale, come pure l’oncologo del Distretto e si tengono i contatti con le Unità Operative Ospedaliere.

La dimissione dell’utente dall’Assistenza Domiciliare Infermieristica è sempre concordata con tutti gli attori del sistema, l’informazione formale viene mandata all’erogatore privato.

L’organizzazione dell’erogatore privato è attiva su 12 ore (nelle restanti 12 ore notturne è attivo il servizio di reperibilità infermieristica) da lunedì a venerdì, mentre il sabato l’infermiere lavora solo la mattina. Vi operano 7 unità dedicate a pianificare ed intervenire con una programmazione degli accessi. Sia l’erogatore privato che la segreteria integrata socio assistenziale del distretto garantiscono un’attività di orientamento e di consiglio permanente, un monitoraggio telefonico e invio dell’infermiere a domicilio, nei casi critici, dalle 7.30 alle 16.00.

2. quali strumenti esistono per le attività di formazione, supervisione ed audit dell’equipe di cui sopra

E’ prevista un’attività di formazione continua del personale che lavora in questo ambito, inoltre vi è un sostegno permanente da parte di infermieri con esperienza in Hospice e con master in cure palliative. Vengono programmati corsi formativi mirati con formatori del settore, gli infermieri in seguito partecipano agli aggiornamenti garantiti dalle società scientifiche di riferimento. Non sono stati segnalati casi di logorio e di malattia, solitamente collegati alle persone che fanno questa attività.

3. quali indicatori di struttura - processo – esito sono in funzione per le cure palliative territoriali

In relazione alla modulistica necessaria per rilevare l’efficacia delle cure prevista dal Ministero della Salute, nell’ASS 4 per quanto attiene la rilevazione individuale del paziente è affidata all’uso delle varie schede indicate in letteratura (Walgraf, Bina, Vas), quella relativa agli standard quantitativi e qualitativi citata dal Decreto 22/02/2007 non risulta in uso.

4. quali sono i criteri di controllo dell’ASS 4 Medio Friuli in ordine alle eventuali prestazioni domiciliari aggiuntive dell’erogatore privato

I controlli e le rivalutazioni sull’erogatore privato vengono effettuati a campione da parte dell’infermiere di comunità. Inoltre ogni mese fa un riesame dei casi chiusi con una riconsiderazione degli accessi fatturati e quelli registrati sul registro domiciliare e il controllo sulla congruenza tra le prestazioni pianificate e quelle effettivamente erogate.

5. qual è il livello organizzativo e i risultati ottenuti dalle altre equipe multidisciplinari per le cure palliative presenti nelle altre aziende sanitarie della Regione

Nel corso del 2008 è stato coordinato il lavoro di un gruppo ristretto di esperti provenienti dalle Aziende che hanno elaborato un sistema per la raccolta dati sulla Rete Regionale di Cure Palliative con lo scopo di valutare lo stato di attuazione della DGR 186/2002. Ulteriore obiettivo era rappresentato dalla necessità di avviare una valutazione dell’attività svolta Si può dire, stando ai risultati ottenuti dalle valutazioni, che ad oggi i posti letto non soddisfano ancora gli standard previsti e che in molti casi c’è un ricovero improprio in RSA.

Per quanto riguarda la modalità organizzativa emerge che:
- la modulistica usata è prevalentemente generica
- sono usati protocolli valutativi, assistenziali e terapeutici
- il personale è formato e in prevalenza dedito a tempo pieno, spesso a tempo parziale, ma anche non specificamente dedicati
- per la misurazione della qualità dell’assistenza è stata valutata quella percepita e anche attraverso supervisioni e audit

il sistema attuale di registrazione dei dati ad oggi non è idoneo per l’elaborazione degli indicatori perché manca la possibilità di inserire la categoria di “paziente oncologico terminale”, inoltre ad oggi non vengono inseriti i dati di ricovero da parte di tutti gli Hospice ed RSA.

6. la modulistica usata per rilevare la qualità di vita e per misurare l’efficacia delle cure è quella prevista dal Ministero della Salute

La rilevazione degli standard quantitativi e qualitativi non risultano essere rilevati.


Breve commento
al riguardo:
Negli ultimi periodi, più volte, mi è capitato di dove commentare negativamente l’operato dell’assessore Kosic, tanto che alla presentazione del Piano socio sanitario del 2010 ho pubblicamente chiesto le sue dimissioni, in quanto inadeguato a guidare una macchina tanto complessa quanto delicata come la sanità regionale .

Questa mia convinzione si è rafforzata, se mai ce ne fosse stato bisogno, dopo la riposta all’interrogazione sullo stato delle cure palliative in regione.(allegata)

Per i non addetti credo sia giusto ricordare che questo tipo di medicina è rivolto a soddisfare i bisogni del malato non guaribile e della sua famiglia, non tralasciando nulla di ciò che potrebbe provocare dolore fisico, psichico o spirituale.

Candidamente Kosic descrive un servizio auto referenziale e con gravi carenze organizzative e gestionali, senza proporre uno straccio di soluzione ed è lo stesso schema utilizzato nella proposta di Piano socio sanitario: solo parole. Alla faccia della tanto sbandierata centralità del paziente!

Entrando nel merito: la presa in carico dei pazienti dimessi non sempre viene fatta con un progetto assistenziale individuale (PAI), non tutti gli operatori sono specificatamente dedicati al servizio che devono svolgere e la qualità dell’assistenza erogata e percepita viene “anche” valutata attraverso supervisioni ed audit.

Continuando: il servizio si interrompe il sabato pomeriggio e la domenica (ovviamente, anche se non precisato, anche Natale, Pasqua e altre festività, quando notoriamente i malati terminali sono immuni da complicazioni, dolori ecc), gli standard quantitativi e qualitativi così come indicato dal Ministero della salute non sono rilevati, non viene utilizzata la modulistica indicata dallo stesso Ministero e, di conseguenza, i dati non sono comparabili. Mancano, inoltre, posti letto di Hospice, non c’è ancora un'unica elaborazione dei dati di pazienti terminali, insomma………un disastro!

Spero che, riletta la riposta preparata dagli uffici, l’assessore Kosic si impegni ad una rivalutazione della convenzione con l’operatore privato, prevedendo un adeguamento agli standard previsti dalla legge e dalla buona pratica medica.

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