lunedì 18 gennaio 2010

A proposito di urbanistica.

Se andiamo ad analizzare in modo superficiale l’insieme dei provvedimenti legislativi approvati da questa maggioranza in questo anno e mezzo di governo potemmo erroneamente pensare ad un'azione di governo dilettantistica e ideologica.

In realtà penso che sotto questa apparente improvvisazione vi sia un disegno molto più armonico ed articolato che trae linfa da una visione liberista della società, visione che identifica il benessere esclusivamente con il profitto, che confida nell’autoregolamentazione del libero mercato e vede con fastidio il rispetto di ogni vincolo o regola.

Molte le critiche che potevano essere fatte alla legge regionale 5/2007 tanto più da coloro i quali l’avevano vista nascere stando nei banchi dell’opposizione, ma la legge Sonego aveva una sua coerenza, una sua visone, per certi versi era a “maglie troppo larghe”, per altri troppo “cogente” nei confronti dei comuni .

Ma la mancata approvazione del PRT e, quindi, della applicazione della legge, non ha mai permesso verificare i veri limiti della riforma dell’urbanistica voluta del centro sinistra.

Nella convinzione che ogni legge innovativa evidenzi le proprie criticità nei primi anni di applicazione e che questo determini la necessità di interventi correttivi, avrei visto con piacere piegare la legge voluta da Sonego alle esigenze e alla visione della nuova maggioranza dopo una verifica sul campo e non prima.

L’abitudine di buttare quanto fatto dalla precedente maggioranza, qualora non omogenea con quella al governo in quel momento, trova centro destra e centro sinistra agire in modo concorde e questo a scapito del Paese che vede ogni qualsivoglia riforma azzerata ad ogni cambio di maggioranza.

Così l’abrogazione della legge 5/07 vede tornare attuale, perché ancora in vigore, il PURG del 1978 vale a dire un piano regolatore concepito “solo” trent’anni fa e che per quanto a suo tempo innovativo è evidente che mostra i segni del tempo, il tutto ovviamente in attesa della nuova riforma dell’urbanistica targata centrodestra.

E’ proprio la preoccupazione che il nuovo piano dell’urbanistica veda la luce tra troppi anni che mi spinge ricordare alla maggioranza che l’urbanistica moderna nasce, nell’ambito della società liberale e dell’economia capitalistica, per affrontare un problema che il mercato – che la spontaneità dei comportamenti individuali - non riusciva ad affrontare, ma anzi aggravava man mano che quella società e quell’economia si affermavano e progredivano.

Trovo decisamente strano che la maggioranza che chiama i comuni a partecipare in maniera attiva alla formazione del Documento Territoriale Strategico, sia la stessa che poi li esclude da ogni possibile decisone se , come e dove applicare il piano casa.

Sono convinto che le scelte strategiche, perché tale è una riforma dell’urbanistica, siano in capo alla regione mentre le scelte puntuali siano in capo ai comuni.

Considerato che il primo dei due articoli di cui è composta le legge e sostanzialmente una norma procedurale e che i veri contenuti verranno definiti solo in un secondo tempo non si comprende come le linee guida che hanno portato alla stesura di questa legge non siano state discusse nella commissione di merito.
Forse perché molte delle raccomandazioni presenti nelle line guida vengono disattese?

Ma veniamo alla vera riforma – o contro riforma come dice Brandolin - dell’urbanistica così come emerge dalla lettura dell’art. 2 (norma transitoria nelle more dell’applicazione del Piano del Governo del Territorio), perché è in questo articolo che si racchiudono i rischi più concreti di un sacco ed uno scempio del territorio regionale.

Se da un lato è quasi obbligatorio prevedere delle norme transitorie, è altrettanto vero che nel momento in cui (art.2, comma 1, lettera c) venga prevista la possibilità modificare il piano urbanistico regionale generale in virtù di misure "dirette allo sviluppo turistico, economico o alla tutela e valorizzazione del territorio della regione" si precostituiscono le basi per la distruzione del territorio.

Voglio ricordare come alcuni insigni pensatori definiscono l’urbanistica
Giorgio Ruffolo “la pianificazione urbanistica è lo strumento principale per sottrarre l’ambiente al saccheggio prodotto dal “libero gioco delle forze di mercato”;
A. Cederna “Compito dell’urbanistica è quello di adoperarsi perché la società possa utilizzare il proprio Habitat per l’insieme delle sue esigenze che hanno un rapporto con lo spazio e con il suo uso.

So benissimo che queste mie preoccupazioni verranno bollate come preconcette ed ideologiche però veder respingere ogni emendamento che potesse porre dei limiti alla discrezionalità di questi interventi, vedere il capogruppo del PDL accalorato nel negare la pur minima variazione (si parlava di cambiare una "o"con una "e") della lettera c del comma 1 art. 2 non fa che rafforzare i dubbi che questa maggioranza abbia già in mente operazioni puntuali e precise che necessitano, per poter essere attuate, di quelle definizioni.

E se, come diceva Andreotti, a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca, per poter agire senza regole certe a questa maggioranza basterebbe prolungare i tempi, di per se già lunghi, per la presentazione del nuovo piano ed ogni scempio sarà possibile.

Confido che in aula vengano recepiti alcuni emendamenti che ponendo dei paletti alla discrezionalità delle norme comprese nell’art. 2 riducano questo rischio e questo nell’interesse dell’intera comunità che siamo chiamati a governare.

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